E’ noto che la testimonianza della persona offesa nel procedimento penale può essere posta a fondamento della condanna dell’imputato, tuttavia, è necessario vagliarne la spontaneità, verosimiglianza, precisione, costanza e reiterazione senza contraddizioni essenziali, coerenza logica e ragionevolezza, articolazione in molteplici e dettagliati contenuti descrittivi, completezza della narrazione dei fatti (Trib. Chieti n. 321/2018).
Controllo e riscontri esterni per avvalorare credibilità persona offesa
E’ essenziale una propedeutica verifica per vagliare la credibilità soggettiva del dichiarante e l'attendibilità intrinseca del suo racconto (ex pluris: Trib. di Napoli, n. 3400/2020; Trib. Taranto n. 2775/2020; Cass. n. 46218/2018). Affinché la deposizione della persona offesa sia posta a fondamento della responsabilità penale dell'imputato occorre valutare la stessa con la dovuta cautela, all'uopo anche procedendo con un'approfondita indagine circa l'attendibilità delle propalazioni rese (cfr. Trib. Napoli, n. 11481/2018; Cass. n. 1818/2011). In via generale, la verifica in merito alla credibilità soggettiva della persona offesa e all'attendibilità intrinseca del suo racconto deve essere più penetrante e rigorosa rispetto a quella cui vengono sottoposte le dichiarazioni di qualsiasi testimone (ex pluris: Cass. n. 28837/2020; Trib. Napoli, n. 12736/2019; Cass., Sez. Unite, n. 41461/2012), e ciò a fortiori allorché la stessa sia portatrice di un personale interesse all'accertamento del fatto. Cassazione penale sez. III, 15/09/2015, (ud. 15/09/2015, dep. 19/10/2015), n.41853:, “ il Giudice deve in primo luogo verificare la credibilità del dichiarante, valutando la sua personalità, le sue condizioni socio-economiche e familiari, il suo passato, i suoi rapporti con i chiamati in correità e le ragioni che lo hanno indotto alla confessione ed all'accusa dei coautori e complici; in secondo luogo, deve verificare l'attendibilità delle dichiarazioni rese, valutandone l'intrinseca consistenza e le caratteristiche, avendo riguardo, tra l'altro, alla loro spontaneità ed autonomia, alla loro precisione, alla completezza della narrazione dei fatti, alla loro coerenza e costanza; deve, infine, verificare l'esistenza di riscontri esterni, onde trarne la necessaria conferma di attendibilità”.
La persona offesa è quasi sempre portatrice di interessi antagonistici rispetto a quelli dell'imputato, in quanto esiste un collegato interesse patrimoniale della stessa, ragione per cui la sua testimonianza non è immune da sospetti e deve esser valutata "in modo particolarmente rigoroso” soprattutto quando si sia costituita parte civile (Cass. n. 28837/2020; Cass., Sez. Un., n. 41461/2012).
Un esempio concreto
Si prende in esame una vicenda nella quale la prova della personale responsabilità dell’imputato si basava esclusivamente sulla testimonianza della persona offesa affetta da tossicodipendenza. La suprema Corte ha confermato che “"…ai fini della valutazione di attendibilità, la condizione di tossicodipendente della teste ha rilievo in quanto è noto che in tale condizione soggettiva la necessità di denaro costituisce una spinta al mendacio" , pertanto è imposta “ al giudice una specifica indagine volta ad accertare se la suddetta condizione costituisca elemento di fatto incidente in modo negativo sulla credibilità” Cass. pen. Sez. II, Sent., 27-01-2011, n. 2971Il